Workshop “Architetture per contesti fragili”: Morino Vecchio e la Stazione ferroviaria di Civita d’Antino

Studio del territorio, rilevazione delle criticità, azioni e attività di recupero, cura, restauro, valorizzazione anche e soprattutto in chiave turistica, confronti e scambi anche con centri d’eccellenza internazionali.

Queste le parole chiave per prevedere azioni di riciclo e recupero, urbano e territoriale, per restituire ai borghi porzioni di architetture che rappresentano una storia, e non solo in senso cronologico.

L’ approccio multidisciplinare e integrato, di ricerca e sperimentazione, se condotto con metodo scientifico e competenza, sarà destinato a sicuro successo.

La ricchezza del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico che è appannaggio dei Comuni di Civita d’Antino e Morino, insieme con la Riserva naturale Zompo lo Schioppo, hanno meritato l’attenzione dell’equipe di studi e sono così diventati i destinatari di proposte di interventi integrati, allo scopo di ridare nuova e potente vita anche ad architetture ormai in disuso.

Appunto il Workshop “ARCHITETTURE PER CONTESTI FRAGILI” che si terrà dal 30 ottobre al 2 novembre presso la sede della Riserva naturale Zompo lo Schioppo, ospita la presentazione del progetto di recupero del borgo di Morino e della vecchia Stazione ferroviaria di Civita d’Antino.

Non può infatti, essere dimenticata la linea ferroviaria Avezzano – Roccasecca detta Ferrovia dei Liri che è importante per tre diversi motivi: – collega Avezzano e la Marsica con il primo sud Italia; – è una fantastica risorsa naturalistica perché immersa nel verde della Valle Roveto e seguendo il percorso del fiume, vanta attraversamenti di meravigliose zone naturali; – è opera di alta ingegneria ferroviaria, sia per il tracciato sia per  la presenza del tratto di ferrovia elicoidale di Capistrello, ideata per risolvere i problemi altimetrici dovuti al forte dislivello presente in uno spazio relativamente breve.

Lungo la linea, diverse stazioni sono state dismesse ma rappresentano opere da restituire alla popolazione e ai visitatori in grado di apprezzare il turismo lento e armonico che non corre ma ammira.

Il borgo di Morino Vecchio, con alcune sue costruzioni e il percorso naturale che ne consente il raggiungimento, è punto di osservazione e ammirazione della sottostante vallata nonché testimonianza di come e con che cosa si viveva prima del terremoto del 1915; nel tempo è stato recuperato e reso visitabile ma ancora molto resta da fare.

Il titolo del workshop dunque, evoca ad un tempo, delicatezza – quella dei “contesti fragili” che il tempo e l’abbandono stanno portando verso la disgregazione – e forza – quella delle “architetture” che, in quanto costruzioni razionali, si ergono, come Atlante con il mondo sulle spalle, a rimediare e a sostenerne le fragilità.

Il progetto è stato seguito ed elaborato dagli studenti del Laboratorio di progettazione Architettonica del Politecnico di Milan, affiancati e guidati dai docenti Prof. Emilia Corradi e Prof. Alisia Tognon.

Il 31 ottobre, nel corso della mattina, presso l’Ecomuseo della Riserva Regionale Zompo lo Schioppo verranno presentati il territorio e le progettualità pregresse a cura di Gianni Petricca, Responsabile Ufficio tecnico del Comune di Morino, Rita Rufo, Direttrice della Riserva, Giovanni D’Amico, Coordinatore del Contratto di Fiume e di paesaggio della Valle del Liri.

Si proseguirà con il sopralluogo al borgo di Morino Vecchio e le attività del workshop.

Nel pomeriggio invece, studenti e docenti saranno a Civita D’Antino dove visiteranno palazzo Ferrante e incontreranno una delegazione dell’Accademia di Belle Arti di Oslo.

Martedì 1 novembre, alle ore 17, presso la Sala Convegni dell’Hotel Patrizia, le giornate di lavoro giungeranno a conclusione con un incontro pubblico che vedrà il consesso impegnato con “LA PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DEL WORKSHOP ARCHITETTURE PER CONTESTI FRAGILI” a cura degli studenti e dei docenti Prof. Emilia Corradi, Prof. Alisia Tognon del Laboratorio di Progettazione Architettonica del Politecnico Milano.

A seguire, alla presenza e con gli interventi dei Sindaci dei borghi – Roberto d’Amico per Morino e Sara Cicchinelli per Civita d’Antino – dei Sindaci e degli Amministratori dei Comuni della Valle del Liri, di Giancarlo Rossetti, Presidente del Comitato per Morino Vecchio, di Manfredo Ferrante, Associazione Palazzo Ferrante di Civita d’Antino e di Marco Priori, Presidente Pro Loco di Rendinara, gli intervenuti procederanno al “CONFRONTO SULLE PRIME IPOTESI PROGETTUALI EMERSE DAL WORKSHOP E PROSPETTIVE PER FUTURE INIZIATIVE E COLLABORAZIONI NELL’AMBITO DEL CONTRATTO DEL FIUME E DEL PAESAGGIO DELLA VALLE DEL LIRI”.

Alle ore 19, presso l’Ecomuseo della Riserva, si potrà assistere alla proiezione del filmato e delle foto dei momenti di attività operative e di volontariato attivati per il recupero di Morino Vecchio.

Alle ore 19,30, conclusi i lavori, i partecipanti potranno degustare prodotti tipici locali.

Morino

Prime notizie del borgo se ne hanno nel 1089, come dono al Monastero di Montecassino. Successivamente venne ceduto alla contea di Alba Fucens, prima sotto la famiglia degli Orsini e poi sotto i possedimenti di Colonna.

Nel 1911 circa 3000 erano gli abitanti che la popolavano con una considerevole ricchezza di professioni e mestieri. Le due chiese – quella Sepolcrale di S. Rocco e quella di Santa Maria Bambina furono distrutte, insieme con tutto il paese, nel terribile sisma del 1915; rimase in piede, e ancora oggi lo si può visitare, il campanile della chiesa di Santa Maria Bambina che con poche altre mura e costruzioni – un forno, due cisterne – costituiscono il nucleo principale del borgo.

Dopo il terremoto, il paese fu ricostruito più a valle, e vede il paese vecchio quasi far la guardia al nuovo. Nella sua zona, Zompo lo Schioppo, una delle cascate più alte dell’Appennino, oggi Riserva naturale, conosciuta e visitata dagli appassionati di ambienti naturali e passeggiate.

Civita d’Antino

Ben altra storia, quella di Civita.

Il paese attuale sorse sul romano nucleo urbano di Antinum, importante municipio posto nel territorio dei Marsi. È collocato sul versante occidentale della Valle Roveto su un’altura di circa 900mt, dominando dall’alto la valle del fiume Liri, protetta dalla montagna e da cinta di mura ciclopiche nelle zone più scoperte, era difficilmente raggiungibile.

Nel corso del Medioevo ebbe fortune alterne e quindi, la sua popolazione diminuì pesantemente, cosa che accadde anche nel corso del XVI e XVII sec. a causa delle pestilenze che imperversavano nella zona.

Nel 1800, con Gioacchino Murat fu Comune centrale, aggregando anche altri borghi e la popolazione risalì nel numero. Verso la fine dell’800 e fino ai primi del ‘900, con il terremoto del 1915, Civita rimase gravemente danneggiata, molte abitazioni furono distrutte e la popolazione ricominciò a diminuire sia per l’emigrazione sia per lo spostamento a valle di diversi abitanti che dettero vita al paese di Pero dei Santi.

Il clima salubre, l’aria tersa e pulita, gli splendidi scenari naturali, attirarono l’interesse di un nucleo di pittori scandinavi – vita ad una scuola di pittura, lasciando numerose e documentate testimonianze artistiche di vita quotidiana, tradizioni religiose e popolari e di costumi locali.

Se durante la 1^G.M. diversi suoi uomini lasciarono la vita sulle trincee, non andò meglio nel corso del secondo conflitto mondiale quando, la vicinanza con Cassino e con la linea Gustav ne fece il bersaglio di bombardamenti che causarono vittime tra i civili.

Oggi, il borgo antico è stato recuperato e valorizzato diventando così meta di visite e villeggiature.

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