Bisegna e il Cammino della Bauxite. Ttra storia, economia e turismo

La trasmissione di RAI 3 Buongiorno Regione nella rubrica #Quota Mille ha portato all’attenzione dei telespettatori e, con questo articolo anche dei lettori, la storia economica di un piccolo paese dell’Abruzzo montano, Bisegna che geograficamente si colloca a 1200 m s.l.m., sulle pendici della Montagna Grande e che separa due splendide valli, quella del Giovenco e quella del Sagittario. Il territorio comunale confina con diversi altri comuni tutti molto interessanti sia per il paesaggio sia per le ultime antiche vestigia rimaste.

Veduta di Bisegna

Bisegna appartiene al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed è punto di partenza per numerose escursioni da effettuare sulle limitrofe montagne. La trasmissione #Quota Mille, curata da Paolo Pacitti, presentata da Peppe Millanta e arricchita dalle belle riprese di Sem Cipriani ha ripercorso la storia, oserei dire davvero poco conosciuta, del posto ed ha portato in luce un ambito, quello economico, che oggi è completamente dimenticato.

L’origine del nome viene dalle rovine dell’antico castello su cui fu edificato il borgo attuale; in orgine, Visignum, poi Vesennia e infine Bisegna. Probabilmente il nome con il significato di “esce dal fiume”, richiama le sorgenti del fiume Giovenco che si trovano a 1900 m circa, poco lontano dal paese. Millanta ha spiegato che di certo la sua posizione era altamente strategica, come del resto molti altri insediamenti collocati sui crinali delle montagne che circondano il Fucino, utilissimi per il controllo del territorio e perciò dotati di torri d’avvistamento o di castelli che potevano rapidamente comunicare tra loro attraverso fuochi accesi, appunto, sulle torri e perciò facilmente visibili.

Altre vestigia e testimonianze raccontano la storia del luogo; la mezzaluna crescente, presente in diverse costruzioni, colloca il posto sotto il dominio dei Piccolomini che conseguirono una vittoria sui vicini Colonna, come riportato su una colonna dove campeggia la scritta “Audaces fortuna iuvat 1541” con incisa una mezzaluna posta al di sopra di una colonna.

Dal punto di vista economico, il territorio è costellato da pietre rossastre. Si tratta di pietra ricche di un minerale – la bauxite – da cui si estraggono ferro e alluminio.  Nel 1844 presso San Sebastiano fu costruita una ferriera – oggi in disuso ma visitabile – alla quale si giunge attraverso un sentiero che la congiunge a Villavallelonga e a Lecce dei Marsi, dove si trova un’altra miniera in località Collerosso. La vicinanza dell’acqua e i boschi, utili a fornire legname, integrarono a buon diritto,  l’attività economica che venne impiantata.

Doveva essere uno spettacolo; immaginate la febbrile attività intorno alla miniera e ai suoi laboratori, i muli che portavano su viveri e attrezzi e tornavano a valle con il materiale estratto… Oltre all’estrazione della bauxite, si producevano oggetti in ferro – ringhiere, attrezzi per i camini – di cui resta traccia in alcune case anche dei paesi circostanti. Troppo poco durò; dopo qualche decennio l’attività fu completamente dismessa lasciando il posto alla costruzione dell’acquedotto.

Testimonianza di quanto succedeva in quel di Bisegna viene resa da Edward Lear, viaggiatore e scrittore inglese che attraversò in lungo e in largo il nostro Abruzzo, lasciando scritti e disegni consultati da tutti gli studiosi del territorio per le interessanti e a volte curiose notizie in essi contenuti.

Oggi della ferriera non esiste che qualche rudere ancora visitabile; il cammino del sentiero – inserito nella Rete Italiana dei Cammini – prende il nome di Cammino della Bauxite.

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