Braccianti sfruttati per pochi euro. Giro di caporalato e lavoro nero scoperto da Polizia e Ispettorato del lavoro. Sette le aziende indagate

L’AQUILA – A seguito di complesse attività di indagine, ispettori dell’ITL di L’Aquila, in collaborazione con personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura e con il supporto dei mediatori dell’OIM, nelle scorse settimane hanno sottoposto a verifica 7 aziende operanti nei comuni della provincia nel settore dell’agricoltura, nello specifica nell’area della Piana del Fucino.

Nel corso dei controlli, effettuati nell’ambito dell’attività straordinaria finalizzata al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato, sono state verificate 21 posizioni lavorative di cittadini extracomunitari, prevalentemente di nazionalità marocchina.

All’esito degli accertamenti, 17 lavoratori sono risultati in nero; tra questi, anche un minore in età non collocabile e 14 lavoratori privi di regolare permesso di soggiorno. Tutti erano sottoposti a ritmi massacranti di lavoro e pagati con pochi euro, in palese difformità rispetto ai livelli di retribuzione garantiti dai CCNL di settore.

I titolari delle aziende ispezionate sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per i reati di cui all’art. 22 TUI e 603 c.p.

Sono state inoltre accertate violazioni della normativa in materia di sicurezza (D. Lgs. 81/2008) in quanto nessuna azienda aveva elaborato il documento di valutazione dei rischi, i lavoratori erano sprovvisti dei dispositivi di protezione individuale, non avevano ricevuto alcuna formazione specifica e non erano stati sottoposti a visita medica.

Pertanto, sono stati emessi 7 provvedimenti di sospensione dell’attività, solo in parte revocati.

In favore dei lavoratori vittime di sfruttamento   sono stati attivati gli strumenti di tutela e protezione previsti dalla normativa vigente. Le attività di indagine sono ancora in corso.

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