Presentato il “Cammino d’Abruzzo”. 660 KM, 70 comuni ma… la Marsica tagliata fuori

Avezzano – Nella riunione del direttivo Upi Abruzzo, lo scorso 24 febbraio a Pescara, il presidente Angelo Caruso, alla presenza dei presidenti delle Province di Chieti, Teramo e Pescara e della presidente dell’associazione “Abruzzo a Piede Libero” Orietta D’Armi, ha sottoscritto un protocollo d’intesa tra le quattro Province abruzzesi per la realizzazione di questo percorso sostenibile denominato appunto “Il Cammino d’Abruzzo”.

Il Cammino è stato presentato come un percorso ciclo-pedonale di 660 km che si sviluppa su gran parte del territorio abruzzese ad esclusione della Marsica. È stata immediata la reazione dei cittadini che sui social hanno commentato con amarezza la scelta di escludere completamente la Marsica dell’itinerario perdendo l’occasione di valorizzare la storia e il territorio di tutto l’Abruzzo.

Un circuito ad anello che transita su ben 70 comuni, di indiscusso valore paesaggistico e culturale che però non comprende una vastissima area a metà strada tra la costa adriatica e Roma, una delle zone più belle e verdi della regione, con le fertili pianure, le suggestive montagne e il fascino di antichi borghi pieni di storia.

Eppure sarebbe bastato uno sforzo di qualche km e poche straordinarie tappe per includere la Marsica realizzando cosi un progetto “d’Abruzzo”. Con pochissimo, questo “Cammino d’Abruzzo” o meglio di parte “d’Abruzzo”, poteva includere tutta la Marsica semplicemente collegandosi all’infrastruttura verde “La Via dei Marsi” al Cammino di San Tommaso o al Cammino dei Briganti, dove il lavoro di individuazione, tracciamento, sviluppo è già stato fatto e grazie a quest’ultimi, il cd “Cammino d’Abruzzo” poteva diventare un collegamento, un implementazione, una diramazione di quelli che già sono esperienze riconosciute da anni dalle reti nazionali ed internazionali di cammini.

Nell’ottica dell’aumento dell’offerta, della friubilità, della varietà, delle alternative, dei servizi, delle caratteristiche geografiche, della comunicazione esterne e dell’esperienza, è sicuramente un’occasione persa nonostante la soluzione era semplice e immotivatamente non presa in considerazione. Il “Cammino d’Abruzzo” non può chiamarsi così se, tra le tante cose, esclude:

  • il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino uno dei più importanti ed estesi parchi naturali d’Italia custode di fauna e flora tra le più significative dell’appennino.
  • L’Antica città romana ai piedi del Monte Velino, Alba Fucens.
  • Il più importante polo museale d’Abruzzo, il maestoso maestoso Castello Piccolomini di Celano e uno dei canyon più belli d’italia quale “le Gole di Celano
  • I Piani palentini con Tagliacozzo, Scurcola, Corcumello e Capistrello con gli autentici borghi e la storia d’italia, dalla battaglia con protagonista Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò, fino al prosciugamento del lago fucino attraverso l’emissario di Claudio a Capistrello. Ma ancora la Valle Roveto (collegabile con il cammino Rovetano, Cammino dell’accoglienza ed altri) , i territori di Magliano, Rosciolo fino a Sante Marie (collegabile al Cammino dei Briganti)
  • Aielli il borgo abruzzese dei murales, sede di importanti opere di street art ma anche della “Torre delle Stelle“, con il Museo del Cielo e l’Osservatorio astronomico, per esplorare il cielo giorno e notte.
  • San Benedetto con anfiteatro Romano e la Cattedrale di Santa Sabina, Pescina porta della valle del Giovenco con la casa museo Mazzarino e il Centro Studi Silone.
  • I territori di Ortona, Bisegns, Lecce, Gioia e sino a Pescasseroli, il cuore pulsante del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Ortucchio, Trasacco, Luco, la storia della conca del Fucino, realtà fondamentali nella storia e nell’economia regionale.
  • In ultimo, naturalmente, Avezzano centro nevralgico delle attività economiche e sociali della Marsica. Il Palazzo Torlonia, il Castello Orsini-Colonna, i cunicoli di Claudio la Piana del Fucino, il prosciugamento del lago Fucino, il terremoto del 1915, tra storia antica e recente è il capoluogo di un intero territorio.

Il Cammino presentato non può avere la titolarità di chiamarsi d’Abruzzo se non verrà riconsiderato l’itinerario attraverso l’inclusione della Marsica. Il Presidente della Provincia di L’Aquila è chiamato a fare uno sforzo e chiedere di riconsiderare a pieno, anche per quanto riguarda il turismo sostenibile, la provincia che rappresenta.

Non per campanilismo ma solo per un opportunità verso coloro che intraprenderanno la fatica solitaria del cammino. La Marsica prima di qualunque altro territorio in Abruzzo, proprio per le sue caratteristiche paesaggistiche, ha sviluppato sensibilità ambientale e del turismo sostenibile. Da decenni, centinaia di sentieri segnati rendono, in questa zona, l’avventura del cammino accessibile a tutti e grazie a enti, associazioni e ProLoco questi percorsi sono puliti e adeguati costantemente per essere nel periodo estivo meta di migliaia di turisti e appassionati.

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