Fuori controllo la “Casa Lavoro” di Vasto. La Cgil accusa: «Condizioni aberranti e Polizia Penitenziaria allo stremo. Intervenga il Governo»

VASTO – Denuncia circostanziata e durissima, oltre che reiterata, della Fp-Cgil Abruzzo e Molise sulle condizioni in cui verserebbe la Casa Lavoro di Vasto.

La situazione, secondo la Cgil, avrebbe ormai superato ogni immaginario. Condizioni di lavoro aberranti e personale della Polizia Penitenziaria stremato dagli eccessivi carichi di lavoro.

Giuseppe Merola

«Da qualche anno, ormai, lanciamo continui allarmi rispetto alle preoccupanti precarietà che afferiscono l’Istituto vastese – dice Giuseppe Merola della Fp-Cgil Abruzzo Molise – e non possiamo più accettare che venga calpestata la dignità di lavoratrici e lavoratori.

Carenze organiche (più di 40 unità, tra vacanze ministeriali e assenze legittime) che non permettono la fruizione di congedi ordinari, riposi, beneficio della mensa di servizio durante il servizio e regolari attività di vigilanza ed osservazione.

Basti pensare che non è mai presente un agente penitenziario durante le operazioni sanitarie.

Presenza di detenuti affetti da problematiche psichiatriche, eventi critici (incendi, come l’altro giorno, autolesionismi e senza tralasciare le pregresse ed amare vicissitudini).

Siamo seriamente preoccupati – continua Merola – senza alcuna mistificazione o retorica dei fatti, ma urge intervenire subito».

Mirko Manna

Sul “Caso Vasto” interviene anche la struttura nazionale della Cgil che si rivolge direttamente al governo chiedendo una immediata presa in considerazione di questo increscioso problema.

«La nostra priorità è tutelare tutta la comunità penitenziaria, al fianco dei quotidiani sforzi posti in essere dalla Polizia Penitenziaria, Funzioni Centrali, sanitari ed area dirigenziale.

Governo ed Istituzioni mettano in campo, ad horas, ogni azione a salvaguardia della Casa Lavoro di Vasto – conclude Mirko Manna Fp-Cgil Nazionale – non ci sono più tempi di attese.

Bene il prossimo incremento di poliziotti penitenziari, ma non basta. Occorrono politiche riparative in ogni singola sfaccettatura che si riverbera sull’assetto organizzativo».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *