In Trentino allo studio un piano di trasferimento degli orsi per mantenere un numero sostenibile. Previsto anche l’abbattimento per gli esemplari aggressivi

ROMA – Un piano di trasferimento di massa degli orsi dal Trentino ad altre zone è uno dei provvedimenti che saranno valutati da Ministero dell’Ambiente e Provincia autonoma di Trento dopo l’aggressione del runner Andrea Papi a Caldes.

Lo rende noto con un comunicato il Ministero, dopo l’incontro di stamani a Roma fra il ministro, Gilberto Pichetto, e il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.

Scopo del trasferimento sarà mantenere un numero sostenibile di esemplari sul territorio trentino. Sulla gestione degli orsi sulle Alpi sarà istituito un tavolo tecnico fra Ministero, Provincia e Ispra.

La Provincia autonoma di Trento potrà decidere, per gli esemplari aggressivi, anche l’abbattimento. All’incontro fra Pichetto e Fugatti, che si è svolto nella sede del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, erano anche presenti il presidente di ISPRA, Stefano Laporta, il capo dipartimento della Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento, Raffaele De Col e, in collegamento, l’assessore provinciale all’Agricoltura Giulia Zanotelli.

Il presidente Fugatti ha evidenziato al Ministro la necessità di portare il progetto di reintroduzione dell’orso in Trentino, risalente al 1999, al suo obiettivo originario. Il ministro ha confermato la piena collaborazione del Ministero dell’Ambiente e ha raccomandato a Fugatti la massima condivisione con Ispra delle procedure che porteranno all’individuazione dei soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi per l’uomo, già responsabili di atteggiamenti aggressivi, nei confronti dei quali il presidente della Provincia Autonoma di Trento ha la facoltà di adottare misure di abbattimento.

Alla riunione è stata presa in considerazione la possibilità di dotare gli operatori di pubblica sicurezza, così come avviene in altre realtà internazionali, di dispositivi di difesa quali gli spray anti aggressione. Su questi secondo il Ministero non ci sono criticità da un punto di vista ambientale. Il ministro Pichetto si è detto disponibile a farsi portavoce da subito di questa richiesta con il ministro dell’Interno, competente per materia.

Tra le possibili soluzioni prese in considerazione, precisa il comunicato del Mase, vi è quella di mettere a punto un piano di trasferimento di massa, col mantenimento nella Provincia di Trento di un numero di soggetti sostenibili dal territorio.

A conclusione dell’incontro si è stabilito di istituire un tavolo di confronto tecnico tra il Ministero dell’Ambiente – che su delega del ministro Pichetto sarà rappresentato dal sottosegretario Barbaro – Ispra, Regione e Provincia Autonoma di Trento, al fine di valutare in tempi celeri ogni azione utile a proseguire l’originario progetto di reintroduzione dell’orso nell’arco Alpino, intervenendo sulle criticità che nel tempo si sono verificate.

Per Flavio Tosi, deputato di Forza Italia, “serviva la tragedia del povero runner Andrea Papi in Val di Sole per scoperchiare il vaso di Pandora? Uomo e orso non possono convivere e lo stesso vale per l’uomo con il lupo e i grandi predatori”. Dunque, secondo l’ex sindaco di Verona, “la soluzione non è l’abbattimento, è spostare gli orsi in territori non antropizzati, ha ragione lo scrittore ed esperto di montagna Paolo Cognetti”.

Si svolgeranno domani, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Caldes, i funerali di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso da un orso nei boschi che sovrastano il paese. Per l’intera giornata sarà lutto cittadino in tutti i comuni della val di Sole.

Nel frattempo i promotori del sito ruralpini.it, da sempre critico nei confronti del progetto di ripopolamento Life Ursus, rilanciano “come atto simbolico di solidarietà e vicinanza l’appello che sta diffondendosi sui social affinché la sera del giorno dei funerali venga esposto un lumino acceso sulle finestre delle case”. Questa mattina il governatore trentino Maurizio Fugatti, ai microfoni di Radio 2 ha confermato che è atteso a breve l’esito dell’esame del Dna delle tracce organiche lasciate dall’orso sul luogo dell’aggressione e che, una volta identificato, si procederà all’abbattimento.

Sulla questione interviene anche Reinhold Messner. “La convivenza con lupi e orsi su un territorio antropizzato e di piccole dimensioni com’è il nostro, non è più sostenibile. Soprattutto in considerazione del numero degli esemplari”, afferma il re degli ottomila sul quotidiano L’Adige.