La colazione di Pasqua in Abruzzo è una cosa seria, anzi è un vero e proprio rito! Provare per credere

Foto della chef Lucia Tellone

Per chi pensa di venire in Abruzzo nel giorno di Pasqua e fare colazione con caffè e cornetto, ha sbagliato “numero e casa”, come si suol dire.

Sì, perché in questa regione si tratta di un vero e proprio rito chiamato in dialetto lo sdijune (tradotto rompidigiuno) per indicare la fine di due giorni di digiuno, cioè il venerdì e il sabato santo che, come tradizione vorrebbe, dovrebbero essere passati astenendosi completamente dal cibo.

Si comincia perciò alle otto del mattino perché, essendo lunga e ricca di cibi elaborati, non lascerebbe il tempo per passare al “secondo round” cioè il pranzo pasquale, altrettanto abbondante.

Ma cosa si mangia esattamente?

Con qualche piccola differenza rispetto alle locali tradizioni, in linea generale non possono mancare sulla sulla tavola, la coratella –  le interiora dell’agnello – cucinata con foglie d’alloro oppure avvolta con foglie di indivia e legati con un budellino, cotta al forno o col pomodoro, come si fa nel teramano.

Altro piatto cult e senz’altro la frittata con la mentuccia o meglio detta “nepitella” che le conferisce un sapore ed un aroma delizioso.

Poi la Mortadella di Campotosto e il salame corallina per accompagnare la famosa pizza di Pasqua, una sorta di pane dolce arricchito di canditi ed uvetta. Anche qui bisogna tener conto delle variabili regionali, sia nella forma che in alcuni ingredienti, ma il concetto è quello.

Pizze di Pasqua con lievito madre fatte da Catia Minati

E come rinunciare ai fiadoni cioè dei ravioloni ripieni di formaggio e cotti al forno? Nell’aquilano il ripieno viene aromatizzato anche con lo zafferano, mentre altre varianti prevedono anche salsiccia o salame nel ripieno.

Poi naturalmente immancabili le uova sode, il formaggio e la cioccolata, magari quella delle uova appena scartate dai bambini

Le Pupe e cavallucci cioè dolci da donare ai bimbi ,che risalgono ad una tradizione antichissima, e le uova sode decorate a mano danno il tocco finale ad un tripudio di colori e bontà.

Il tutto innaffiato da buon vino… quale? Il Montepulciano d’Abruzzo naturalmente!