La Scuola ai tempi del Covid-19

Didattica distanza, Flipped Classroom, contenuti digitali, E.A.S., Webquest, Digital Storytelling, Podcast sono i nuovi termii dell’istruzione in periodo di quarantena

AVEZZANO – L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo – Direzione Generale ha emanato, con proprio protocollo, una comunicazione ai dirigenti scolastici di tutte le istituzioni scolastiche nella quale – facendo esplicito riferimento al D.P.C.M. del 4 marzo 2020,  con il dichiarato scopo “di favorire il proseguimento delle attività formative e didattiche” – stabilisce che le scuole, e per esse i dirigenti,  “attivino  modalità  di  didattica  a  distanza  avuto  anche riguardo alle  specifiche esigenze degli studenti con disabilità”.

Nella comunicazione si portano in evidenza due ambiti che tengono conto del grave momento di disagio che la scuola si trova a vivere e che, con adeguate strategie, strumenti e mezzi, potrebbero essere vissuti come “opportunità”: la prima, chiama i docenti a riflettere sulla prassi didattica e sulla ricerca di modalità alternative che favoriscano la comunicazione e l’innovazione didattica, utilizzando quegli strumenti didattici informatici che valorizzano esperienze già condotte in molte scuole della regione; la seconda, presenta il momento come occasione di aggiornamento, formazione, scambio, messa in comune di materiali didattici.

A tale scopo il Ministero ha creato un’apposita sezione – https://www.istruzione.it/coronavirus/index.html – dove sono presenti “strumenti di cooperazione, scambio di buone pratiche e gemellaggi fra scuole, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate”.

In aggiunta e a supporto dell’iniziativa ministeriale, l’U.S.R. ha resa operativa l’Equipe formativa territoriale  ed ha attivato un sito web –  https://www.eftabruzzo.it/ –  all’interno del quale è presente una piattaforma (riservata agli animatori digitali presenti nelle scuole)  e spazi dedicati ai docenti ma anche agli studenti e alle studentesse.

Quel che è importante comprendere è che le iniziative di “didattica a distanza” sono, per così dire istituzionalizzate e non è difficile comprenderne la struttura piramidale:  il Ministero ,  U.S.R.,  scuole attraverso l’animatore digitale , docenti, studenti..  Il mondo del web è a disposizione di quanti  – docenti e studenti – vorranno utilizzare gli idonei strumenti informatici e digitali  per  predisporre/percorrere percorsi di  apprendimento  al di là  della spettrale chiusura delle scuole  e  della  ancor più triste sospensione delle  attività didattiche.

Contrariamente a quanto si crede, spesso la scuola utilizza – per le sue comunicazioni – una terminologia che spesso può risultare poco chiara, perciò questo approfondimento, oltre che attenersi a quanto offerto dal ministero e dall’U.S.R., porrà l’accento – spiegandone anche il significato – su concetti e termini presenti e utilizzati all’interno del VADEMECUM PER LA DIDATTICA A DISTANZA, presente sul citato sito web regionale.

La DIDATTICA A DISTANZA ricomprende tutti quei percorsi didattici che, progettati e sviluppati in ambiente virtuale (cioè riprodotto attraverso strumenti elettronici) si prestano ad essere utilizzati dagli studenti attraverso un loro computer o “device personale” con il quale essi possono: 1) avere a disposizione i materiali condivisi 2) operare con app e applicazioni per la predisposizione del loro compito 3) entrare in comunicazione con il tutor (=docente). E’ certamente una modalità didattica utile che andrebbe utilizzata non solo quando c’è chiusura forzata ma anche per altri gravi motivi che rendano impossibile allo studente di frequentare direttamente la scuola (per es. ricoveri in ospedale etc)

Ora un qualunque tipo di  didattica – e quella a distanza non fa eccezione –  deve esplicitare le  metodologie che intende utilizzare e di quali strumenti si servirà per raggiungere l’obiettivo, stante che metodologia e strumenti sono strettamente collegati.

Genericamente la metodologia è quella a distanza ma, andando più nello specifico, si trovano nel vademecum diversi approcci (sarà il docente a sceglierne  uno o più di uno in funzione sia del contenuto da trattare sia degli stili cognitivi degli studenti): la  FLIPPED CLASSROOM  o classe capovolta implica un ribaltamento del sistema di insegnamento tradizionale; il docente,  utilizzando principalmente lo strumento video,  fatto da lui o preso da piattaforme già preesistenti, lo condivide con i suoi studenti nello spazio virtuale di apprendimento predisposto e così, gli studenti potranno studiarlo e rivederlo tutte le volte che vorranno (modalità blended); in questa metodologia, il tempo della lezione in aula verrà utilizzato per attività laboratoriali, osservazioni, considerazioni e rielaborazioni  che sollecitano un “imparare facendo”.

Strettamente collegata alla flipped classroom è la didattica E.A.S. acronimo di  EPISODI DI APPRENDIMENTO SITUATI: essa puntualizza le fasi da tener presente per strutturare un modulo di flipped classroom: preparatoria, da svolgere a casa, in cui il docente assegna agli studenti, prima perché le consultino e le studino, una certa quantità di risorse multimediali relative ad un tema e poi perché ci facciano su un compito; la fase operatoria vede gli studenti creatori di un prodotto (il compito assegnato) che dimostri il loro apprendimento attraverso vari strumenti di “narrazione digitale” (un video, una mappa concettuale, slides, storytelling….); l’ultima fase, ristrutturativa e conclusiva, in cui il docente effettua la valutazione dei prodotti digitali, puntualizza i nodi concettuali e  favorisce una rielaborazione significativa di quanto appreso.

Ancora poi, la WEBQUEST (attività guidata di ricerca di informazioni su internet, partendo da un percorso/compiti/domande posti dal docente per giungere – dopo adeguato utilizzo delle stesse – a produrre un’elaborazione che mostri la capacità di gestire autonomamente le informazioni), la DIGITAL STORYTELLING cioè il raccontare una storia servendosi di strumenti digitali, in cui i contenuti siano stati selezionati dal web, organizzati in modo coerente in una struttura narrativa che contempli elementi di diverso formato(audio, mappe, video, immagini…) e  il PODCAST (che è propriamente una tecnologia che consente di scaricare dal web file audio di qualunque tipo, un po’ come una radio ma con il vantaggio di avere qualunque “trasmissione” sempre a portata di mano) fanno anch’ essi parte di quelle metodologie di cui si potrebbero servire i docenti per la didattica a distanza. Tali metodologie, per essere applicate necessitano di strumenti dedicati: il REGISTRO ELETTRONICO, la POSTA ELETTRONICA e la COMPONENTE DIGITALE DEI LIBRI DI TESTO sono ormai a conoscenza, anche solo per sentito dire, di tutti gli studenti e delle loro famiglie ma a questi se ne possono affiancare altri come i PROFILI SOCIAL ISTITUZIONALI (Facebook, Twitter o altri) o i GRUPPI DI MESSAGGISTICA (uno per tutti Whatsapp) i quali, evidentemente, necessitano di un amministratore che li organizzi e li governi e, soprattutto, diano comunicazioni chiare, coerenti e pregnanti. L’U.S.R. elenca poi, una serie di links  verso i quali ci si può indirizzare per arricchire “la borsa dei ferri” e che potrebbero essere utilizzati in modo funzionale allo stile di insegnamento del docente e  all’attività da  svolgere con gli studenti.

Nel vademecum si danno anche riferimenti (LINKS) a precisi AMBIENTI DI LAVORO che vanno dal creare  gruppi-classe, alla comunicazione in videoconferenza, dall’assegnare compiti/svolgere una lezione al costituire anche gruppi tra scuole.

Una sezione del vademecum è poi dedicata esclusivamente ai docenti e ai genitori rappresentanti di classe e/o di istituto; infatti, poiché anche in tempi di emergenza, la scuola è chiamata a fare il suo lavoro e a continuare a svolgere le sue attività programmatorie/organizzative, per lo svolgimento delle quali resta l’impossibilità di riunirsi fisicamente, Il Ministero raccomanda “di valutare attentamente l’opportunità di mantenere impegni collegiali precedentemente calendarizzati, riducendo allo stretto necessario gli incontri organizzati in via telematica, al fine di lasciare ai docenti il maggior tempo possibile per lo sviluppo della didattica a distanza” e   suggerisce risorse utili per gli incontri a distanza, fornendo anche una serie di indicazioni operative per il miglior utilizzo e svolgimento delle riunioni.

 A seguire, e in conclusione, viene descritta la PIATTAFORMA DI LAVORO alla pagina https://www.eftabruzzo.it che si caratterizza come punto di incontro tra D.S., docenti e studenti di tutta la regione con spazi appositamente dedicati alle NEWS, agli STUDENTI, ai DOCENTI e alle ESPERIENZE DI DIDATTICA A DISTANZA spazio che sarà possibile arricchire e integrare man mano che verranno socializzate le buone pratiche di didattica a distanza; è presente anche una sezione riservata dedicata agli ANIMATORI DIGITALI coloro che dovrebbero essere i veri “registi” di questo cambiamento che non esito a definire epocale perchè, anche se e quando si dovesse tornare a  far scuola tra cattedra e banchi, di certo non sarà più la stessa cosa.

Infine, permettetemi una riflessione personale. Mi sono limitata ad illustrare le direttive tecniche di un cambiamento  – che non va discusso ma attuato – al quale ci si dovrà adattare  ma lo scenario che questa situazione ha aperto per la scuola non è dei più rosei, per le implicazioni future sia sulla vita lavorativa e  sul ruolo dei docenti, i quali dovranno confrontarsi con nuovi metodi e  dibattersi tra timori e perplessità  sia su quella  degli studenti i quali, stanno per essere investiti da un carico di responsabilità legate all’apprendimento che, secondo me, non li trova preparati e li catapulta in una dimensione, quella digitale-tecnologica, di cui,  la gran parte di loro conosce solo l’aspetto ludico-ricreativo..

Dopo quasi 42 anni passati nella “vecchia” scuola –  trascorsi come il vento, intrisi di studio, adeguamento ai vari cambiamenti nel frattempo intercorsi (non pochi), soddisfazioni e amore per il mio lavoro e i ragazzi, dove io ho imparato (e non solo questo) che la libertà di un docente è nella legge, alla quale si risponde dentro le aule e/o collegi senza inutili quanto dannosi individualismi cercando  invece, di concerto, la migliore delle soluzioni perché soli si va più veloci ma insieme si va più lontano – sostengo che sarebbe da irresponsabili mistificare le difficoltà che ci sono e ci saranno da parte dei docenti e degli studenti i quali, per quanto avvezzi all’uso delle tecnologie, e di internet pure non sempre riconoscono ad esse il valore che hanno nei loro processi di crescita, di istruzione,  di formazione e di apprendimento; solo non bisogna demordere e cogliere l’attimo per “fare di necessità virtù” ricordando però di non assumere l’insegnamento a distanza come una panacea ma semplicemente per quel che è: UNA delle metodologie di cui ci si può valere per operare in modo più incisivo sul processo di insegnamento/apprendimento il quale, voglio chiudere così, è principalmente basato sulla relazione docente/discente nella quale si insegna più quel che si è  che quel che si  dice, sulla quale, se da un lato è possibile derogare (ma non lo credo per nulla)  per la gran parte degli studenti, diventa invece ineliminabile e ineludibile allorché si passi a considerare i processi di integrazione/inclusione per i ragazzi con diversabilità e bisogni speciali.

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