Morto stanotte Matteo Messina Denaro a L’Aquila dopo poco più di 36 ore di coma irreversibile. “U Siccu” porta con sé stragi e segreti

L’AQUILA – Matteo Messina Denaro, uno degli ultimi “Boss dei Boss”, detto “Diabolik” oppure “U Siccu”, è morto questa notte nella sezione detenuti dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila.

Era entrato in coma irreversibile nella tarda serata di venerdì quando i medici hanno preso atto delle sue condizioni, dichiarandosi pronti ad interrompere anche l’alimentazione.

Poco più di 36 ore e poi è sopraggiunta la morte di quello che, per oltre trent’anni, è stato il ricercato più introvabile d’Italia. Carriera di latitante finita a metà dello scorso gennaio quando il sessantaduenne capo mafia è stato fermato e arrestato nella clinica “Maddalena” di Palermo dal Ros dei Carabinieri.

Subito dopo, il trasferimento a L’Aquila dove è stato rinchiuso e dove ha proseguito anche le cure contro il tumore al colon che aveva da tempo.

Si chiude così definitivamente una storia durata circa quarant’anni, fatta di segreti, misteri, morti e tutto il corollario che le storie di mafia si portano dietro.

Nei giorni scorsi la Direzione sanitaria della Asl dell’Aquila ha cominciato a organizzare le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata dalla nipote e legale Lorenza Guttadauro e dalla giovane figlia Lorenza Alagna, riconosciuta recentemente e incontrata per la prima volta nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila ad aprile.

La ragazza, con la nipote del boss e la sorella Giovanna, gli è stata accanto negli ultimi giorni.

Messina Denaro si porta con sé nella tomba, oltre alla responsabilità di decine e decine di gravissimi fatti di sangue, in primis quelli di Falcone e Borsellino, le bombe a Roma e Firenze, l’attentato a Maurizio Costanzo e l’efferata esecuzione del quindicenne Giuseppe Di Matteo, una marea di segreti sui probabilmente sarà impossibile fare luce.