«No alla chiusura dei Nuclei di Cure Primarie». Sindacati uniti nella vertenza con la dirigenza Asl. Lunedì tutti al Consiglio comunale dell’Aquila

L’AQUILA – Vertenza sui Nuclei di Cure primarie, il presidio nella sede della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila prosegue e il sindacati, dopo due giorni di botta e risposta con l’azienda sanitaria fa il punto della situazione.

Il primo dato è che il fronte sindacale è unito e che non c’è alcuna intenzione di mollare la presa su questo delicato problema, prima di tutto sociale.

Domani tutto il presidio si sposterà al Consiglio comunale dell’Aquila in seduta straordinaria su questo tema, mentre martedì i sindacati potranno incontrare il Ministro Schillaci a L’Aquila.

Questa la nota diffusa in mattinata dai segretari dei sindacati Fimmg, Smi, Snami e Cgil, Vito Albano, Guido Iapadre, Raffaele Giorgi e Francesco Marrelli.

La nota congiunta delle forze sindacali

«Oggi 24 febbraio, terzo giorno di presidio presso la Direzione Generale della ASL dell’Aquila, in una partecipata ed affollata conferenza stampa abbiamo fatto il punto della mobilitazione. Mobilitazione che continua e continuerà finché soluzioni credibili non verranno proposte e trovate.

Oggi abbiamo deciso, congiuntamente, di terminare il presidio presso la Direzione Generale della Asl, lo abbiamo deciso perché sposteremo le nostre energie, già dalla giornata di lunedì, presso il Consiglio Comunale dell’Aquila riunito in seduta straordinaria sulla Sanità.

Lo abbiamo deciso inoltre e soprattutto poiché siamo riusciti ad ottenere un incontro con il Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, presente in città martedì 27 febbraio, a seguito di una fruttuosa interlocuzione con il Sen.  Guido Liris.

Nei due appuntamenti porteremo ancora una volta i temi che da almeno due anni sono alla base della mobilitazione e che non trovano orecchie attente e sensibili.

Mobilitazione che non può essere volgarmente definita di stampo elettorale, come la Asl ha tentato di fare in queste ore attraverso comunicati stampa.

Comunicati che ci accusano di menzogna mentre al contempo forniscono dati fantasiosi e non corrispondenti alla realtà per quanto riguarda la situazione dei nuclei.

Infatti, non risponde al vero che il numero dei medici impegnati nei Nuclei nella nostra provincia è maggiore di quello di altre ASL. Nei Nuclei lavorano: 154 medici nella ASL dell’Aquila, 137 nella ASL di Chieti, 169 in quella di Pescara e 258 in quella di Teramo.

La spesa annua sviluppata dai Nuclei di cure primarie risulta così ripartita: L’Aquila 1,8 MLN, Chieti 1,7MLN, Pescara 1,5MLN. Teramo 3,9 MLN, quindi, in linea con due ASL e nettamente inferiore a quella della ASL di Teramo;

La spesa annua totale per l’attuazione di tutte le voci dell’Accordo Integrativo Regionale è di 22,6MLN per L’Aquila, 27,4 MLN per Chieti, 25,9 MLN per Pescara e 26 MLN per Teramo. In definitiva una spesa globale inferiore a quella delle altre ASL della Regione.

Questi sono dati veri e aggiornati al 31 dicembre 2022 in quanto certificati dalla Regione Abruzzo.

Nonostante ciò, la Asl dell’Aquila continua a sostenere che le sostituzioni dei medici nei Nuclei sarebbero “atti illegittimi”. Ci chiediamo quindi se le numerose delibere di subentro che si sono succedute negli ultimi due anni e fino allo scorso 19 febbraio da parte delle altre tre ASL della Regione siano altrettanti “atti illegittimi”.

Non siamo in questa mobilitazione a difendere “privilegi” bensì a provare a continuare a garantire un servizio esteso ed apprezzato dagli utenti. In sofferenza sono in realtà i giovani medici che da due anni attendono di essere inseriti nei Nuclei.

Il vero motivo che blocca le sostituzioni dei medici non risiede quindi in difficoltà normative o economiche, bensì risponde ad una precisa volontà politica: il Piano Strategico 2023/2025 della ASL dell’Aquila recita: ”La ASL 1 condurrà una accurata azione di contenimento dei costi derivanti dalle forme associative, specie in tema di sostituzioni nei Nuclei dei medici cessati”.

Si è nei fatti deciso di fare cassa tagliando servizi ai cittadini. Perché non si ha il coraggio di affermarlo apertamente una volta per tutte?».