Pellegrinaggi a Roma di ieri e di oggi:  Valentino Pisegna divulgatore accademico del Cammino di Santiago

Valentino Pisegna

 “Il turismo religioso potrebbe sembrare un fenomeno di nicchia, esclusivo, riservato a una fascia di mercato, ma si tratta invece di una realtà molto importante, in particolar modo in Italia”, spiega il Cav. O.M.R.I. Valentino Pisegna, Accademico Divulgatore del Cammino di Santiago: “Oggi sempre più persone scelgono di intraprendere viaggi verso Santuari, Chiese, Eremi o altri luoghi sacri, con un duplice intento: quello di vivere un’esperienza spirituale e quello di godere della bellezza e dell’interesse artistico e culturale nei vari luoghi di culto”.

Questo tipo di turismo non va confuso con il pellegrinaggio perché il pellegrinoè un credente, il turista, invece, anche se non crede, può essere nel contempo affascinato dalla storia e dalla cultura che caratterizzano le tappe del viaggio. L’Italia, è una destinazione classica sia per i viaggi religiosi che per i pellegrinaggi veri e propri, basti pensare alla sola Basilica di San Pietro che ogni anno accoglie milioni di visitatori,

I pellegrinaggi verso i luoghi santi, Gerusalemme e Roma, iniziati nel corso del I secolo, divennero un vero e proprio fenomeno di massa dopo l’editto di Milano.  La città eterna, continua Pisegna,”ha mantenuto nei secoli la caratteristica di itinerario sacro, segno e immagine di un’altra meta: la Gerusalemme punto di arrivo definitivo del cammino di ogni credente. A Roma i pellegrini confluivano da ogni parte d’Europa percorrendo l’efficiente sistema di strade su cui in buona parte si basa l’attuale sistema viario italiano, per venerare le reliquie di Cristo e dei primi martiri cristiani, ma fu dopo l’anno 1300, però, con il primo Giubileo della storia proclamato da Papa Bonifacio VIII, con il quale prometteva l’indulgenza plenaria a tutti coloro che, entro l’anno, avessero visitato le Basiliche di San Pietro e San Paolo, che il pellegrinaggio verso Roma si rafforzò notevolmente”.

Dante Alighieri, nel XVIII Canto dell’Inferno, paragona il procedere in senso opposto delle due schiere di peccatori della prima bolgia. ai pellegrini che sul ponte Sant’Angelo, durante il Giubileo, si incrociavano, gli uni diretti a San Pietro, gli altri, di ritorno, diretti a Monte Giordano. Questo fa pensare ad un ricordo personale del Sommo Poeta, anche se per alcuni studiosi potrebbe trattarsi di un dettaglio appreso da altri.

Per i pellegrini che arrivavano dopo settimane o mesi di cammino, illustra Pisegna, “la Basilica di San Pietro, simbolo della cristianità, sintesi suprema di duemila anni di arte e creatività, scienza e potere, doveva apparire spettacolare dall’attuale Monte Mario, da allora ribattezzato Mons gaudii, il Monte della gioiacosì come il Monte do Gozo per chi si reca a Santiago. La Basilica rappresenta il punto di arrivo per i pellegrini, ma soprattutto il punto di inizio della visita ai luoghi santi di Roma che sono veramente tanti. Abbiamo a che fare con un vero e proprio pellegrinaggio all’interno della città eterna.  Pensiamoalla visitaalle 7 chiese (unainiziativa proposta da San Filippo Neri per l’Anno Santo del 1550). Accanto alle 4 basiliche papali San Pietro, San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore, vengono aggiunte l’antica Chiesa di San Lorenzo al Verano, San Sebastiano sulla via Appia e Santa Croce in Gerusalemme.  Ci sono poi: La Basilica di Santa Maria degli Angeli (sorta sulle Terme di Diocleziano); San Pietro in Carcere (costruita sul carcere Mamertino, dove furono tenuti prigionieri gli Apostoli Piero e Paolo); La Basilica di Santa Maria in Trastevere (voluta da Papa Callisto); La Basilica di San Pietro in Vincoli (che conserva le catene della prigionia di San Pietro in Palestina e nel carcere Mamertino di Roma); Il Colosseo (Teatro Flavio) che la tradizione vuole come luogo di martirio dei cristiani.

Con la riscoperta delle catacombe, soprattutto quelle collocate lungo la via Appia, culminata nel XIX secolo, il pellegrinaggio a Roma si arricchisce ulteriormente”.

La venerazione per i martiri antichi, come Agnese, Cecilia e Sebastiano, nei luoghi della loro sepoltura, insieme agli Apostoli, colonne della chiesa, fa di Roma una CITTA’ SANTUARIO. Così come succede per chi si reca in pellegrinaggio a Santiago de Compostela, conclude il Cavaliere Pisegna, anche per i viandanti che arrivano a Roma il vero Cammino inizia subito dopo la visita alla tomba del Santo.