Precari e somministrati alla LFoundry di Avezzano. I sindacati Cgil, Cisl e Uil preoccupati per una situazione critica e immobile

AVEZZANO – Precari, a termine e somministrati nella LFoundry di Avezzano, a dispetto di chi sosteneva che era tuto a posto, la situazione permane critica e piena di incertezze.

Questo il quadro che i sindacati di categoria, Fim-Cisl compresa, descrivono dopo l’incontro svoltosi il 18 ottobre al Comune di Avezzano e la totale mancanza di risposta da parte dell’azienda e delle associazioni di categoria.

Questo il lungo documento che i sindacati di categoria aderenti a Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso nel pomeriggio.

«L’incontro del 18 ottobre 2023 presso il Comune di Avezzano doveva essere un passaggio importante per il territorio Marsicano.

Il sindacato tutto, RSU di LFoundry, RSA dei somministrati presso LFoundry, le categorie provinciali dei metalmeccanici FIOM-CGIl, UILM-UIL e FIM-CISL, le categorie provinciali e regionali dei lavoratori somministrati, NIDIL-CGIL, UILTEMP-UIL, FELSA-CISL, hanno atteso con pazienza questo incontro, frutto del lavoro iniziato in modo unitario a gennaio di quest’anno, passando per delle assemblee dei lavoratori del mese di maggio, e finalizzato ad approdare a un confronto concreto con Agenzie ed utilizzatore LFoundry per dare certezza e dignità al lavoro svolto dalle operatrici e dagli operatori in somministrazione all’interno della sede marsicana.

Purtroppo però la folta delegazione sindacale ha dovuto prendere atto del fatto che i rappresentanti di categoria (Confindustria per Lfoundry, Assolavoro per GiGroup) e Openjobmetis non avevano mandato per la trattativa e si sono limitati a comunicare una serie di dati sul lavoro in somministrazione, soffermandosi sul rispetto dei limiti legislativi da parte di LFoundry, e ci mancherebbe altro, ci sentiamo di dire!

Stando ai dati che sono stati forniti, oggi nella fabbrica sono presenti in somministrazione circa 227 lavoratori così suddivisi:

  • 36 “Carrellisti” con contratto di staff leasing (ossia assunti a tempo indeterminato con le agenzie per il lavoro);
  • 12 “Carrellisti” con contratto a termine;
  • 99 “Operai” con contratto di staff leasing;
  • circa 80 “Operai” con contratto a termine e part-time.

Si tenga presente che su queste ultime 80 postazioni storicamente ruotano molte persone, pertanto il numero di precari inseriti nei cicli produttivi di LFoundry è ben superiore a 227.

Inoltre dei 99 Operai a staff leasing solo in 30 hanno un contratto full time e quindi uno stipendio pieno. Degli altri, in 45 hanno un orario di lavoro part-time al 90% e in 24 hanno un orario di lavoro part-time al 50%.

Su questi numeri vale la pena fare una serie di riflessioni:

  • il part-time genera lavoro povero perché lo stipendio è proporzionalmente ridotto rispetto a un orario full-time;
  • in LFoundry le persone in part time al 50% sono soggette alle logiche del lavoro supplementare (ossia aggiuntive rispetto a quelle previste) sulla base delle sole esigenze aziendali; sulle ore di lavoro supplementare il lavoratore percepisce una piccola maggiorazione, ma non matura i ratei di tredicesima, tfr e ferie;
  • i 36 Carrellisti e i 99 Operai in staff leasing subiscono ogni due anni un cambio di datore di lavoro seguendo gli accordi commerciali che la Lfoundry intrattiene con le Agenzie per il Lavoro.

I rappresentanti di Confindustria, Assolavoro e Openjobmetis hanno più volte sottolineato che il lavoro in somministrazione rappresenta una forma di flessibilità importante per le imprese, ma la flessibilità non ha nulla a che vedere con i lavoratori in somministrazione in LFoundry perché la loro presenza in azienda è COSTANTE e STRUTTURALE.

Un lavoratore o una lavoratrice che tutti i giorni per ANNI (anche 10!) si reca in LFoundry per lavorare, perché non viene assunta direttamente da LFoundry? A quale necessità di flessibilità sta rispondendo?

Il nostro ragionamento si basa sulla responsabilità sociale a cui ogni azienda è chiamata a rispondere e sul suo radicamento sul territorio.
Parlando di rispetto di norme e leggi, poi, è opportuno ricordare che nessuna legge vieta che siano assunte direttamente da LFoundry le persone che sono strutturalmente presenti in fabbrica.

Per questo motivo come OOSS, visto l’utilizzo strutturale della somministrazione che va avanti da molti anni, chiediamo la stabilizzazione, al fine di evitare il turnover selvaggio come avvenuto fino ad oggi.

Quello che le categorie dei somministrati NiDil-CGIL, Felsa-CISL e UILtemp-UIL unitariamente alle categorie metalmeccaniche FIOM-CGIL, FIM-CISL e UILM-UIL della provincia aquilana chiedono la possibilità di avere un confronto serio su questi temi che impattano sulla qualità e tranquillità del lavoro svolto. L’informativa sui numeri non basta, perché i tanti e cronici “lavoratori flessibili” di LFoundry hanno bisogno di risposte e atti concreti, innanzitutto nel loro interesse ma anche di tutta la collettività».