Primafila – Falstaff ed il suo servo e…Antonio Calenda

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Il 17 dicembre andrà in scena sul palco del Teatro dei Marsi, ad Avezzano, “Falstaff e il suo Servo” con Franco Branciaroli e Massimo De Francovinch per la regia Antonio Calenda.

L’appuntamento rientra nella stagione di prosa promossa dall’ufficio del teatro diretto dall’attore Lino Guanciale e dal Comune di Avezzano.

Falstaff, personaggio shakespeariano, nel testo di Fano e Calenda, non è solo il protagonista de Le allegre comari di Windsor, ma anche colui che appare nelle parti I e II di Enrico IV e nell’Enrico V.

Ne sono evocate tutte le avventurem quelle di un’uomo che confonde i piaceri con la natura, la furbizia con il caso, e questo avviene mettendolo a confronto con un altro personaggio, un Servo che – come Iago – crede di poter addomesticare la realtà; o, come Puck, pensa di poter «mettere una cintura al mondo».

Il conflitto fra i due (che è poi riflette in un senso assai più ampio quello tra comicità e drammaticità) richiama anche tante altre coppie celebri del teatro shakespeariano (Lear e il suo Matto, Iago e Roderigo, Antonio e Shylock) e della letteratura teatrale in genere (da Don Giovanni e Sganarello a Vladimiro ed Estragone). Quel che scaturisce è una sorta di dialogo sulle beffe (tutto il mondo è burla, dirà il Falstaff di Verdi/Boito) subite dal personaggio fino all’epilogo drammatico: la rottura con l’amico/allievo di sempre, re Enrico, e l’abbandono in solitudine, lontano dalla guerra di Agincourt dove tutti gli altri – non lui – conquisteranno gloria eterna. Giacché egli può essre considerato, secondo le parole di Enrico il re, uno di quegli inglesi rimasti a casa…

Lo spettacolo appare quindi comico e drammatico al tempo stesso: una cavalcataattraverso ambienti, personaggi e atmosfere shakespeariane, rielaborati per un pubblico moderno, forse lontano da quello tipicamente elisabettiano da Globe Theatre, in grado di cogliere l’eternità del duello tra Caso e Ragione.

Franco Branciaroli è sia attore e regista e nasce a Milano nel 1947

Dal suo debutto, come interprete originale e attento, è divenuto personaggio di spicco del mondo teatrale italiano, affiancandosi, fin dai primissimi anni, con uomini di teatro come Aldo Trionfo, Carmelo Bene o Luca Ronconi. Dall’incontro con Giovanni testori nacque una collaborazione professionale che influenzò definitivamente il teatro dell’attore milanese.

Antonio Calenda è nato a Salerno nel 1939, e dopo la laurea in Filosofia del Diritto, ha fondato nel 1965 il Teatro Sperimentale Centouno con Gigi Proietti, Virginio Gazzolo, Francesca Benedetti e Piera degli Esposti. Con tale gruppo si è proposto come punto di riferimento per la sperimentazione teatrale. E’ stato direttore del Teatro Stabile dell’Aquila, dove ha realizzato: Operetta di Witold Gombrowicz, La cortigiana dell’Aretino, uno spettacolo di Laudi con Elsa Merlini e Lear di E. Bond, del quale ha portato in scena anche Il mare (1974-75, al Teatro Stabile di Genova). E’ anche autore drammatico e ricordiamo Cinecittà, con Pietro De Vico, Anna Campori, Rosalia Maggio.

Calenda, inoltre, ha diretto molte opere di Shakespeare (Coriolano con Luigi Proietti, Come vi piace, Riccardo III con Glauco Mauri, Sogno di una notte di mezza estate con Mario Scaccia ed Eros Pagni), di Brecht (Nella giungla della città, La madre con Pupella Maggio, Madre Coraggio con Piera degli Esposti), di Beckett (Aspettando Godot con Pupella Maggio, Giorni felici con Anna Proclemer), e di autori contemporanei come Franco Brusati (Le rose del lago) e Achille Campanile (L’inventore del cavallo, Centocinquanta la gallina canta, Alta distensione, Un’indimenticabile serata, Gli asparagi e l’immortalità dell’anima). Non è mancata neppure la farsa napoletana (La musica dei ciechi di Viviani). Tra le altre messinscene: Enrico IV di Pirandello, Svenimenti di Cechov, Uno sguardo dal ponte di Miller, Tradimenti di Pinter, l’Edipo a Colono di Sofocle, Amleto con Kim Rossi Stuart Ha affrontato anche una esperienza di regia lirica, allestendo opere di Massenet, Spontini, Rossini, Honegger.

Infine, dal 1995 è direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, e continua a svolgere attività di promozione di teasti italiani contemporanei (tra questi, opere di Valduga, Manfridi, Archibugi, Maraini, Ruccello, Paolini, Tarantini, Bassetti, Magris e Cavosi, di cui ha messo in scena Rosanero e Il maresciallo Butterfly). Dall’epoca della sua permanenza all’Aquila si ricorda anche Assassinio nella Cattedrale, che andò in scena nella Cattedrale dei Marsi in quella che sembra essere un’altra epoca. 


Le immagini che seguono son di repertorio.

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