Un Cioccolatino Storico. Il “Te Deum” storia di un antico canto di ringraziamento

AVEZZANO- Carissimi lettori benvenuti al consueto appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. Nell’ultimo giorno dell’anno ci piacerebbe raccontarvi una storia assai particolare che lega fede, letteratura e perché no anche musica: stiamo parlando dell’antico canto del “Te Deum”.

Tutti voi – credenti o non credenti- avete sentito parlare di questo importantissimo inno cristiano in prosa antica. E’ un canto che solitamente è legato alle celebrazioni di ringraziamento proprie della vita della chiesa (cattolica e non solo): tradizionalmente tale conto viene eseguito la sera del 31 dicembre per ringraziare il Signore dell’anno appena trascorso oppure viene cantato per l’elezione di un nuovo pontefice oppure di un vescovo. Pensate che viene anche recitato dalle chiese riformate (del mondo del protestantesimo) assieme ai cantici ordinari delle preghiere del mattino presenti nel Libro delle preghiere comuni.

San Cipriano di Cartagine

E qui sorge una domanda: “ma chi è stato l’autore di tale inno?” tradizionalmente il testo viene attribuito a San Cipriano da Cartagine oppure, seguendo una leggenda redatta nell’VIII secolo d.C., tale canto venne scritto a quattro mani da Agostino d’Ippona e da Ambrogio di Milano per celebrare il battesimo del celebre filosofo e futuro vescovo d’Ippona avvenuto nel 366 d.C. a Milano. Da alcuni anni, gli storici della chiesa e del Cristianesimo attribuiscono la paternità di tale inno al vescovo di Remesiana (attuale Bela Palanka in Serbia) Niceta che lo scrisse sul finire del IV secolo d.C.

Marc-Antoine Charpentier

Dal punto di vista musicale tutti noi abbiamo nelle orecchie il celebre “Preludio del Te Deum H.146” di Charpentier utilizzato come sigla iniziale delle trasmissioni in Eurovisione oppure il Te Deum intonato dal coro alla fine del primo atto della “Tosca” del grande Giacomo Puccini.

E noi di Espressione24 per salutarvi e augurarvi un buon e sereno 2022 vi lasciamo con un frammento proprio del Te Deum, ovviamente in italiano:

“Salva il tuo popolo, Signore,
e benedici la tua eredità.
e guidali e sorreggili in eterno

Ogni giorno Ti benediciamo,
e lodiamo il tuo nome nel mondo,
e in eterno.

Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi.

Sia su di noi, Signore, la Tua misericordia,
nella misura in cui abbiamo sperato in Te.

In Te, Signore, ho sperato:
non sarò confuso in eterno”.

Un Abbraccio Storico

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