In libreria “ROMANI PIÑA – SORELLE ROM”: donne, italiane, Rom

Più che un lavoro politico, è un lavoro socio-etnologico quello di Giulia Di Rocco, attivista, mediatrice e consulente legale, di Virginia Morello sindacalista e di Concetta Sarachella stilista con il nome d’arte di Saracetty.

Insieme le tre donne hanno fondato Mistipè, primo partito politico italiano che vede i Rom come principali rappresentanti.

Giulia Di Rocco

Scritto per Multimage con il contributo della Fondazione Fidapa Onlus, a  cura di Alessandra Montesanto, vicepresidente dell’Associazione Per i Diritti umani (www.peridirittiumani.com) e della stessa Giulia Di Rocco, il libro “ROMANI PIÑA – SORELLE ROM” è stato scritto dalle tre donne che hanno scelto di raccontare le donne Rom non attraverso gli occhi di chi ne fa “oggetti di ricerca” ma attraverso le esperienze e la vita che conducono, narrando in prima persona chi sono, cosa fanno  dove e come vivono le donne Rom.

Dunque una narrazione che guarda con “gli occhi di dentro”, quelli di chi vive quotidianamente la realtà di persone appartenenti ad una etnìa di cui sicuramente tanto di è scritto ma sempre “con gli occhi di fuori”.

Del resto, la loro vita non è certo stata facile, avendo incontrato le tre autrici, molte difficoltà nell’impegno per perseguire i loro obiettivi che, con determinazione e fatica hanno raggiunto, conseguendo un riscatto, sia nel pubblico sia nel privato, che intendono, proprio attraverso il libro far conoscere a tutte quelle donne che – appartenenti ad una minoranza sempre discriminata – intendono fornire il loro esempio per motivarle a continuare a lottare per i propri diritti.

Sara Cetty

Il volume non tralascia nulla; dalla cultura italiana rom con i suoi usi, costumi, religione, giustizia alle storie di donne che sono state protagoniste nella storia del passato e del presente – il Samudaripen, il genocidio rom e Sinti, le donne partigiane – fino al cambiamento di costume, emblematico quello della gonna come indumento e status symbol e l’analisi di fenomeni antiziganismo al femminile che purtroppo sopravvivono ancora oggi.

Un testo importante per conoscere, un testo per comprendere, un testo per accogliere la comunità rom dal punto di vista femminile; e poi, ancora, in un’ottica più socio-antropologica, per avviare un dialogo completo,  scevro da pregiudizi,  tra la comunità minoritaria e la società maggioritaria; in un’ ottica più di genere, per coadiuvare le donne nella propria autodeterminazione e quindi, per la ricerca di un’autentica parità di genere.

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