Pronto Soccorso di Avezzano, il primario Carlo Rodorigo difende la direzione aziendale: “Pazienti accolti in totale comfort”

Immagine di repertorio

AVEZZANO – “Abbiamo un picco di circa 80 accessi al giorno e solo nelle ultime 24 ore abbiamo dimesso 56 pazienti mentre il personale si prodiga con tutte le proprie forze per garantire l’assistenza a tutti e nel minor tempo possibile”

Lo dichiara il direttore del pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, Carlo Rodorigo, a proposito degli articoli pubblicati ieri.

“Lavoriamo con tutte le risorse umane a disposizione”, aggiunge, “e la holding area attivata di recente dalla direzione strategica aziendale con otto posti letto, pur operando a pieno regime per ospitare pazienti in attesa di posti letto per il ricovero, non può smaltire del tutto il grande afflusso di questi giorni.

E’ una struttura, collocata davanti al pronto soccorso, efficiente e dotata di comfort, che dispone di letti elettrici e di apparecchiature che permettono di monitorare costantemente il paziente.

Nella holding area, infatti, sono accolti in totale comfort quei pazienti che, prima dell’apertura della stessa holding, sarebbero rimasti in barella nei corridoi del pronto soccorso”

Holding area

“Peraltro, la direzione aziendale ha già avviato numerosi avvisi pubblici, uno dei quali fissato per i prossimi giorni, per reperire altri medici da assegnare al pronto soccorso”

“Le foto pubblicate con pazienti in attesa in barella al pronto soccorso”, precisa Rodorigo, “non hanno alcuna attendibilità poiché non si conosce né il giorno né l’ora in cui sono state scattate, tenendo conto che da noi l’affluenza cambia di momento in momento”

“Va peraltro detto”, conclude Rodorigo, “che al pronto soccorso giungono in questi giorni molte richieste di assistenza per sindrome influenzale e altro, casi che dovrebbero essere trattati al di fuori dell’ospedale, per evitare di intasare il servizio”.

Ci si consenta alcune precisazioni: il lavoro d’inchiesta dei colleghi giornalisti non ha fatto altro che mettere in luce le gravi carenze che, vox populi, sono notoriamente e sistematicamente denunciate da molto tempo a questa parte.

Non importa, a nostro avviso, conoscere le date in cui sono state scattate le foto che ritraggono le persone sulle barelle, perché questi episodi non dovrebbero accadere mai in un Paese civile.

Non capiamo, o meglio, ci sfugge questa levata di scudi del primario Rodorigo che si trova ad operare giornalmente tra mille difficoltà, come dichiara lui stesso, eppure si indigna per un articolo di giornale, piuttosto che battere i pugni nelle sedi competenti per evitare disagi sia ai pazienti che agli stessi infermieri e medici che si trovano a dover far fronte ad una mole di lavoro insostenibile.

Vorremmo inoltre conoscere i tempi di questo più volte annunciato piano di assunzioni, possibilmente prima che si costruisca il nuovo ospedale, per evitare di avere belle stanze di degenza, ma non cure efficaci.

E in ultimo, se ne faccia una ragione il dott. Rodorigo: i giornalisti, se sono tali, denunciano e fanno inchieste e in questo caso a diritto perché trattasi di servizio pubblico e non della clinichetta privata di qualche miliardario.

Noi continueremo a farlo, in barba ai comunicati di replica e precisazione di chi francamente dovrebbe essere, a nostro parere, più obiettivo.