Svelato il “mistero” di Mishan: intervista alla rivelazione artistica abruzzese Maurizia Nardella

La serie conTatto cerca di dare forma all’invisibile, a qualcosa che emerge dal profondo, tentando di toccare la realtà esterna e superficiale nella quale siamo immersi ogni giorno. Le mani, protagoniste, permettono un contatto diretto tra personaggi misteriosi provenienti dall’inconscio e noi, che affidiamo la nostra esperienza troppo spesso alla parte razionale della mente, dimenticando l’importanza del nostro lato spirituale…”

È con queste parole che si presenta al pubblico Maurizia Nardella, in arte Mishan.

Dopo il grande successo ottenuto a seguito delle sue prime pubbliche uscite sui palcoscenici artistici che contano, abbiamo voluto approfondire la sua conoscenza intervistandola.

Stiamo parlando della “misteriosa” Mishan, l’artista di Molina Aterno che nel giro di pochissimo tempo ha acquisito numerosi consensi tanto da aver visto impegnare con le sue opere le copertine di alcuni periodici regionali, nazionali ed internazionali.

Mishan come nasce la sua arte?

Per me l’arte è stato sempre un modo per esprimermi soprattutto tramite il disegno.

L’universo dell’arte l’ho utilizzato come un modo tutto mio per fuggire da questo mondo sin da quando sedevo sui banchi delle elementari. Laddove, cioè, per estraniarmi da tutto ciò che mi circondava, mi buttavo a capofitto nel mondo fantastico dei colori.

Lo facevo per ricercare quella pace che nel mondo esteriore non riuscivo a trovare.

Il disegno per me è sempre stato il mezzo principale di espressione. Di stili ne ho attraversati diversi. Ho iniziato provando con i manga alle medie e con uno stile Burtoniano durante gli anni del Liceo fino ad arrivare, tra i 16 e i 18 anni, a quello iperrealista.

Ad un certo punto della mia esistenza mi sono resa conto che il tentativo di riprodurre la realtà così come la vedevo per me non era la vera arte.

Per me la vera arte doveva essere qualcosa che riuscisse a rappresentare ciò che non si può vedere…ciò che va oltre la realtà esterna.

È quello che faccio adesso con i miei dipinti e che mi sono approcciato a fare da quando avevo 18 anni.

Quello di dedicarmi alla pittura è stato un processo di scoperta.

Inizialmente la pittura è servita per scoprire me stessa, cosa volessi, chi fossi veramente e quindi una semplie esigenza più personale.

Negli ultimi tempi, invece, ho deciso di rivelarla al mondo”.

Qual è la caratteristica dei suoi lavori?

“I miei ultimi dipinti fanno parte di una serie che ho voluto chiamare “conTatto” perchè si basano sull’idea di un mondo interiore, invisibile, profondo, un universo che viene poi a contatto con una realtà superiore esterna.

Potrei utilizzare dei termini più psicologici per dire il nostro inconscio, il mio, in questo caso, inconscio. Anche se poi la mia arte è messa a disposizione di tutti.

Il mio auspicio è che tutti, per il mezzo di essa, possano lasciarsi trasportare attraverso il proprio inconscio”.

A cosa si deve il suo nome?

“A dir la verità nessuno sinora me lo ha chiesto.

Mishan è un termine che ho iniziato ad utilizzare alle medie, intorno agli 11-12 anni, per firmare le mie poesie, i miei disegni.

Era comunque un qualcosa di segreto, di strettamente personale.

La figlia segreta

Questo termine lo rapporterei al mio interesse per il taoismo. Quell’energia vitale, cioè, che muove tutto quanto e che è presente in ciascuno di noi. In questo modo mi liberavo e tuttora lo faccio dalle restrizioni, da quei limiti che possono essere di Maurizia.

Tutto di me viene cancellato, la persona, l’età, divento Mishan.

Quell’entità, cioè, liberata da tutta una serie di schemi”.

È bello sentire dire che per lei la sua arte rappresenta una dimensione non solo sua.

“Inizialmente la mia arte era una sorta di evasione anche perché mi sentivo alienata e con un modo di approcciarmi alla vita diverso rispetto ai ragazzi della mia età.

Adesso, avendo raggiunto una certa maturità e consapevolezza di me stessa, la mia arte è diventata un modo attraverso la quale mediare il linguaggio segreto che ha, che non lo si può fare con le parole ma va a sensazioni.

Quindi dopo un processo di maturazione per me è stato come riuscire a mediare tra questi due mondi e portare il mio inconscio in superficie.

Ecco perché l’acqua è presente in molte delle mie opere”.

Risveglio

Cosa la ispira nella scelta dei suoi lavori?

“All’inizio non ho l’idea di cosa fare. Ho la tela davanti a me e dipingo quello che sento.

I soggetti appaiono come d’incanto e devo dire che spesso sorprendono anche me.

Quello di cui mi sono accorta sin dall’inizio è che l’acqua si ripete molto spesso, metafora evidentemente di qualcosa di profondo, appunto, che è lì in attesa di emergere e che accompagnano soggetti astratti e che cerco di renderli comprensibili personificandoli”.

Molti artisti sembrano essere gelosi della loro arte mentre lei, in maniera del tutto originale, sembra voglia metterla al servizio degli altri.

Come lo definirebbe lei il rapporto con gli altri?

“No, non sono affatto gelosa della mia arte.

Mi sento come se avessi un compito da svolgere e mettere la mia arte a disposizione degli altri mi sembra il modo giusto di farlo.

Ovviamente offrire al pubblico quelle che sono le mie opere è anche accettare le loro critiche siano esse frutto di opinioni positive che meramente negative.

A me non importa se può piacere o meno la mia arte anche perché, come tutte le forme che la rappresentano, si rapportano con la soggettività del visitatore di turno.

C’è stato addirittura chi ha definito inquietante la mia arte e credo che quello proferito sia stato un termine azzeccato.

Lo dico perché il mio stile tende a smuovere quello che c’è dentro di noi e a renderlo appunto, strappandolo alle sicurezze del lato conscio, inquieto.

C’è stato chi invece mi ha contattata dicendomi cose che mi hanno fatto capire che il mio obiettivo era stato raggiunto”.

Quali sono i suoi progetti ora?

Fino al 2 Giugno sarò impegnata, per gentile scelta fatta dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone, presso la Fortezza di Civitella del Tronto con una personale attraverso la quale farò conoscere la collezione legata alla serie “conTatto” tra i quali “Risveglio”, “ Connessione”, “ Il Velo” , “Rain in Dublin”, “ La figlia segreta” ecc.

Successivamente il 26 Giugno sarò a Firenze ove parteciperò al premio “Ut pictura poesis”;

il 16 e 17 luglio sarò presente in quel di Francavilla al Mare ove parteciperò al Francavilla Urban Festival, manifestazione curata sempre dal Prof Pasqualone.

Da sinistra Elio Lucente, Maurizia Nardella e Massimo Pasqualone

Lì esporrò i miei quadri e lo farò presso lo stabilimento “Lo Squalo” mettendomi a disposizione di chi vorrà capirci di più della mia arte.

È stata infine espressa la volontà di ospitare la mia personale in quel di Introdacqua e Tagliacozzo”.

Insomma un ricco programma per un’artista che si ritrova a soli 21 anni a far parlare già molto di sé.

Per informazioni:

mauronardella70@gmail.com,

tel. 324 9565728

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