Dalla Festa degli Alberi alla Festa all’albero

TAGLIACOZZO – È diventata una moda. Un gesto di insopportabile ignoranza: capitozzare pini, abbattere alberi e piante di alto fusto. Se negli anni Settanta era corsa spasmodica a piantare piccoli arbusti per abbellire e colorare di verde ristretti fazzoletti di terra, oggi è gara a disfarsene perché – si dice – sono diventati alti e pericolosi, di impiccio e ingombranti. È il frutto di una infelice insipienza.  Si contano a centinaia, a Tagliacozzo, le piante recise in questi ultimi tempi, con le motoseghe lanciate a mille giri da mattina a sera. Dalla festa degli alberi, a far la festa all’albero il passo è stato fin troppo breve. E pensare che la cura e il rispetto degli alberi e del verde, rappresentano il progresso civile, sociale, ecologico ed economico di un popolo.  Nell’antica Grecia era usanza celebrare feste per festeggiare la piantagione di alberi; nell’antica Roma gli alberi erano rispettati e consacrati alle divinità. A Tagliacozzo gli alberi si decapitano e si capitozzano perché sporcano il piazzale condominiale; perché tolgono luce ai piani bassi dei palazzoni nati come funghi negli anni della speculazione edilizia; perché le radici si insinuano nelle fognature; perché il vento li scuote pericolosamente. E via dicendo con altre idiozie del genere. Il verde che domina il paesaggio va sbiadendo, il rosso della vergogna tinge l’indifferenza di un popolo di fronte a tanto scempio.

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